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Rush finale: come fare la formazione al fantacalcio?

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Se il fantacalcio dovesse utilizzare lo stesso meccanismo delle quote, allora si oscillerebbe nel giro di pochi mesi da un massimo a un minimo. Del resto, anche per le squadre vincenti al fantacalcio c’è sempre un acquisto sbagliato su cui si...
Redazione Fantamagazine

Se il fantacalcio dovesse utilizzare lo stesso meccanismo delle quote, allora si oscillerebbe nel giro di pochi mesi da un massimo a un minimo. Del resto, anche per le squadre vincenti al fantacalcio c’è sempre un acquisto sbagliato su cui si era deciso di investire parecchio.

Una oscillazione che, però, non c’è in altri settori: confronta i bookmakers legali con bonus che possono operare in Italia per comprendere come, ormai, da un po’ di tempo le quote si siano stabilizzate. Al fantacalcio, però, come detto, la situazione è totalmente diversa. Sia perché non si gioca con le quote e sia perché la situazione può cambiare in un attimo.

Già, ma visto che siamo sul finale di stagione, quali sono i criteri per fare al meglio la formazione? Eccone alcuni!

Si possono mettere i giocatori di squadre meno forti

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Fino alla matematica vittoria dello Scudetto, ci sta, ad esempio, non mettere i calciatori del Lecce che, magari, al San Paolo si trovano ad affrontare il super Napoli di Luciano Spalletti. Ma quando il campionato per terminare, a far vincere le partite non è sempre la qualità tecnica ma la motivazione.

Qualora ad esempio, gli azzurri dovessero aver vinto già il campionato matematicamente e i salentini (giusto per citare una squadra a caso) dovessero lottare punto a punto per salvarsi, si può anche mettere un calciatore come Di Francesco e, volendo, perfino il portiere Falcone.

Sì, può sembrare un paradosso, ma queste sono le partite dove, legittimamente, il Napoli è più scarico mentre il Lecce dovrà lottare su ogni pallone. Considerando, poi, che a breve comincia il calciomercato, nessuno avrà voglia di farsi male considerando una eventuale offerta.

Occhio, non stiamo dicendo di togliere Osimhen, ma di crederci più in gare dove le squadre sulla carta più deboli hanno delle motivazioni maggiori.

Attenzione ai ballottaggi

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Questo è il momento in cui chi, in fase d’asta, ha preso il panchinaro e il titolare, si trova notevolmente avvantaggiato rispetto agli altri. Mettendo da parte il capitolo portieri – ogni lega ha delle regole autonome, come ad esempio il fatto che si possano acquistare per squadra e non inteso come il calciatore singolo -, chi, riprendendo l’esempio di prima, ha preso Simeone e Osimhen si ritroverà, comunque vada, l’attaccante del Napoli che male certamente non fa.

Soprattutto se si tratta di una partita tra squadre senza motivazione, al San Paolo. Magari anche per l’ultimo saluto stagionale ai tifosi.

Rischiare o meno?

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C’è chi adotta la tecnica cautelativa – mai mettere in campo qualcuno che è in ballottaggio senza coprirsi – e chi, invece, rischia sempre il tutto per tutto – se il giocatore porta bonus, è da schierare sempre -. Nelle ultime giornate, però, va sempre valutato la questione relativa alla posizione in classifica della propria lega.

Se si è davanti di qualche punto, è inutile rischiare di giocare in 10 e farsi recuperare. Meglio un approccio attendista. Se, invece, bisogna recuperare, si deve rischiare la terza punta. Anche perché, soprattutto se chi sta dietro è lontano dei punti, deve tentarle davvero tutte!

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