Ogni estate si ripete, per milioni di fantallenatori, il rituale organizzativo del fantacalcio: raccogliere le adesioni, trovare una location che possa ospitare l’asta, fissare una data che garantisca la presenza di tutti i partecipanti. Tra gli aspetti che vengono definiti (quasi) sempre prima di contendersi i migliori giocatori del campionato per il proprio fantateam c’è quello del montepremi.
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Le differenze tra il fantacalcio e le scommesse calcistiche
Quando la competizione non è gestita da siti specializzati o piattaforme dedicate, i premi in denaro in palio al fantacalcio sono spesso affidati all’amministratore, oppure ad un ‘tesoriere’ scelto dai partecipanti. È una prassi estremamente comune nella stragrande maggioranza delle leghe fantacalcistiche private che hanno un carattere estremamente informale. Ma cosa prevede, a riguardo, la legge italiana? Non esiste, ovviamente, una normativa specifica che regolamenta un fantasy game come il fantacalcio, ma ciò non toglie che, in casi estremi, i partecipanti potrebbero fare riferimento ad alcune norme del codice penale. Di seguito, vediamo cosa c’è da sapere in merito.
Cos’è il ‘fantacalcio’ per la norma italiana
—Essendosi tra la fine degli Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, ispirato dal Fantasy football nato negli Stati Uniti, il ‘fantacalcio’ non ha alcuna collocazione specifica nell’ordinamento italiano. Non esistono leggi o decreti a riguardo, né per quanto riguarda le modalità di svolgimento né in merito a possibili regole da applicare in maniera uniforme.
Per come lo conosciamo, però, il fantacalcio è certamente un gioco. Ma di che tipo? Non è tra quelli espressamente vietati dal TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) ma non rientra neanche tra quelli regolamentati o gestiti dallo Stato tramite l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Non è un gioco di carte, né di biliardo o biliardino; inoltre, non prevede l’impiego di macchine da gioco elettroniche. In sintesi, il fantacalcio può essere considerato un gioco non proibito ma tollerato.
Il premi in denaro: scommessa o azzardo?
—In qualche misura, la quota versata da ogni fantallenatore è una sorta di scommessa, sul rendimento dei singoli giocatori oppure delle rispettive squadre, nell’arco dell’intero campionato. In quanto tale, comporta quindi un certo grado di ‘rischio’, perché prevede una componente aleatoria (ossia casuale): basti pensare a un gol segnato su rimpallo, ad un infortunio o ad altre variabili che un fantallenatore non può certo controllare. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: il fantacalcio è gioco d’azzardo?
Per dare una risposta, si può far riferimento al codice penale (articolo 721) che individua nel ‘“fine di lucro” e nella natura “interamente o quasi interamente aleatoria” della vincita le due caratteristiche distintive del gioco d’azzardo. Nel fantacalcio, invece, sebbene la fortuna sia spesso una preziosa alleata, contano molto anche la competenza e l’abilità del fantallenatore, tanto nella gestione dell’asta quanto nella scelta della formazione. Per quanto riguarda il fine di lucro, è difficile immaginare una lega privata con in palio qualcosa che valga molto di più di una cena offerta al vincitore.
Scommesse calcistiche: cosa cambia rispetto al fantacalcio?
—In Italia è possibile scommettere somme in denaro su un evento calcistico (e non solo) attraverso canali autorizzati, sia presso punti vendita fisici che digitali. La normativa riconosce questo diritto solo ai giocatori maggiorenni e riserva l’esercizio delle scommesse sportive ad agenzie e concessionari in possesso della licenza ADM.
Per giocare online, è necessario registrarsi ad un sito, creando un account personale e aprendo un conto gioco; per i nuovi utenti, esistono inoltre svariati ‘bonus di benvenuto’, strutturati in vario modo, come illustra l’approfondimento del portale Truffa.net circa gli incentivi all'iscrizione senza deposito immediato offerti dai siti di scommesse.
Le scommesse online rappresentano l’evoluzione digitale della vecchia ‘schedina’; nonostante il mezzo sia del tutto differente, e le possibilità di giocata infinitamente più complesse, il principio di base resta lo stesso: cercare di pronosticare correttamente l’esito di uno o più eventi, facendo riferimento alle previsioni dei bookmaker. Di contro, nel fantacalcio il focus è sul rendimento (gol segnati, assist forniti, continuità di prestazione) a medio e lungo termine, un aspetto statisticamente meno soggetto alla casualità.
C’è poi un’altra grande differenza: gli scommettitori basano le proprie giocate sulle quote dei bookmaker, ovvero agenzie specializzate che assegnano ai singoli pronostici una determinata probabilità (più una quota è bassa, più quell’evento è ritenuto probabile). Nel fantacalcio non esiste niente del genere: i partecipanti decidono liberamente quanto ‘pagare’ un giocatore all’asta, in base al proprio intuito oppure ai consigli informali di esperti opinionisti.
In conclusione, una ‘scommessa’ su un giocatore al fantacalcio è ben diversa da quella piazzata in una ricevitoria o tramite un sito di betting: questi ultimi rappresentano canali regolamentati a livello statale, mentre l’asta del fantacalcio resta soprattutto un ‘pretesto’ per ritrovarsi tra amici.
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