Luciano Spalletti ha già fatto le valigie, ma la festa a Napoli durerà ancora a lungo, in una città che si è goduta una cavalcata Scudetto che ha portato il terzo sigillo nella storia del club partenopeo, a 33 anni di distanza dall’ultima volta.
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I 3 Napoli da Scudetto: ecco la rosa che vale di più
Un trionfo celebrato anche da Alessandro Renica, storico giocatore del Napoli di Diego Armando Maradona, che in un’interessante intervista ha spiegato le ragioni della vittoria della squadra di Aurelio De Laurentiis: “La stagione 1986-1987 resterà per sempre nella memoria dei tifosi napoletani, il primo scudetto d’altronde non si scorda mai. Viene considerato ancora oggi come una sorta di riscatto per una città che in quegli anni non se la passava certo bene tra terremoti, povertà e criminalità organizzata. Un’annata incredibile che ci vide realizzare anche una clamorosa doppietta grazie al successo anche in Coppa Italia. Quest’anno invece è lo scudetto della programmazione, del progetto, di chi ha dimostrato con i fatti che le idee contano spesso più dei soldi. Stavolta non c’è nessun riscatto della città che da anni è una vera e propria metropoli, una capitale europea che fa scuola in diversi settori, dalla moda, all’arte, passando per il teatro e la cultura”.
Un Napoli 2023 che riesce ad andare oltre i 300 milioni di Maradona: le valutazioni
Una vittoria che ha permesso ai napoletani di fare festa con largo anticipo - con appassionati diffusi in tutto il mondo e in ogni modo, dalla TV al web, utilizzando ogni genere di VPN: “Da gennaio, i tifosi napoletani hanno esorcizzato la scaramanzia non soltanto festeggiando molto prima lo scudetto, ma anche trovando delle similitudini tra quel periodo e questo attuale: sia Corrado Ferlaino che Aurelio De Laurentiis hanno aspettato 18 anni per portare il Napoli alla conquista del primo tricolore; sia Ottavio Bianchi che Spalletti hanno vinto al loro secondo anno in panchina con i partenopei; nelle due annate il club campano ha sempre perso la prima gara dopo la sosta natalizia; entrambe le stagioni concluse col minor numero di sconfitte e maggior numero di vittorie”.
Renica si è anche lanciato nella valutazione delle tre rose che hanno portato in momenti diversi il Napoli allo Scudetto: le due versioni targate Maradona vedono proprio nel Pibe de Oro il giocatore di maggior valore che abbia mai vestito la maglia azzurra - valutato “a spanne” almeno 300 milioni di euro, provando a immaginarne il peso nel calcio di oggi. Nella prima versione del 1987 c’era Bagni (25 milioni), Carnevale (16 milioni) e altri talenti che portano il conto complessivo a 443. Qualche milione in più rispetto alla squadra del 1990, nonostante un Careca da 35 milioni (grande compagno d’attacco del Pibe de Oro) e con tanti giovani talenti italiani in rampa di lancio come Ciro Ferrara e Gianfranco Zola. Se si fa il conto complessivo della rosa però, nessuno arriva ai 521 milioni della squadra di questa stagione - che vede in Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen le due punte di diamante che complessivamente in due superano i 185 milioni. Insomma, un bel punto di partenza anche per immaginare il futuro (vincente?) del Napoli.
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